Carburanti, Murano (Unem): Caro prezzi? Tagliamo 7 mila distributori

“Posto che i rincari alla pompa sono dovuto all’aumento delle quotazioni internazionali e che i prezzi industriali sono tra i più bassi d’Europa perché in Italia abbiamo ancora una grande capacità di raffinazione, lo scenario da qui a fine anno è quello di un’offerta di petrolio contenuta e di una domanda in crescita e quindi di prezzi in ulteriore crescita, a meno che la Cina non rallenti. L’Opec+ ha tagliato la produzione e messo in difficoltà la raffinazione. In aggiunta ci sono le sanzioni al greggio russo, che solo per il gasolio a livello europeo incidono per 600 mila barili giorno. La domanda globale attuale di petrolio è di oltre 102 milioni di barili al giorno, 1,5 milioni di barili in più a livello globale rispetto al pre-Covid, spinta soprattutto da benzina e da Jetfue”. Lo dice Gianni Murano, presidente dell’Unem, intervistato da il Corriere della Sera. E ancora sulle misure da prendere per calmierare i prezzi: “«Gli interventi a pioggia sono più costosi e meno mirati, oggi la necessità è quella di dare una mano alle fasce più deboli. Ma spetta al governo decidere. Mentre sul fronte del prelievo fiscale sui carburanti che vale circa la metà del prezzo finale, dal 2008 esiste il meccanismo dell’accisa mobile, che riduce automaticamente l’Iva se il petrolio sale oltre un dato prezzo medio di riferimento. In base alla norma in vigore il meccanismo scatta se il prezzo del greggio è sopra a una data media del precedente bimestre, che in base all’ultimo Def di aprile è un Brent a 82,3 dollari al barile (77,4 euro/barile). Se le quotazioni restassero su questi livelli il meccanismo potrebbe scattare a inizio ottobre, fermo restando che a fine settembre con la revisione della Nadef i valori di riferimento potrebbero essere aggiornati”. Una soluzione potrebbe essere quella di tagliare il numero dei distributori, come spiega Murano: “In Italia abbiamo 21.700 punti vendita, troppi. Vanno ridotti, in modo tale che abbiano più erogato. La riforma del settore è sul tavolo dei ministri Adolfo Urso e Gilberto Pichetto Fratin che hanno elaborato una proposta di legge, che però non è stata pubblicata e non ne conosciamo il contenuto”. Nello specifico: “Stimiamo che la rete sia efficiente con 15 mila distributori. Ne restano da chiudere settemila. Servono risorse anche pubbliche per consentire l’uscita o la riconversione dei lavoratori, sostenere i costi della bonifica e offrire la possibilità di trasformare dove possibile le stazioni in punti di ricarica elettrica o sfruttare i locali per vendere altri prodotti”.