“A febbraio, il deficit di Snow Water Equivalent nazionale è del -64%: i dati peggiori si registrano per gli Appennini, ma la situazione di scarsità di neve caratterizza tutta la penisola e, sulle Alpi (fondamentali anche per l’approvvigionamento idrico del bacino del Po), il deficit è del -63%, paragonabile a quello dello scorso anno”. E’ quanto emerge da un’analisi della Fondazione Cima – Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale – ente di ricerca che si occupa dello studio, la previsione e la prevenzione dei rischi legati ai cambiamenti climatici.
“Questa condizione va fatta risalire al tempo mite e secco, soprattutto nella seconda metà di gennaio, che ha aggravato un deficit preesistente: secondo le nostre stime, hanno portato a una fusione anticipata dell’ordine di 1 miliardo di metri cubi di acqua in neve nella seconda metà di gennaio. Purtroppo, la scarsità di neve ha caratterizzato i nostri monti per tutti gli ultimi tre anni”, spiega Francesco Avanzi, ricercatore dell’ambito Idrologia e Idraulica di Fondazione Cima.
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