“Alla prima nevicata fuori stagione, al primo temporale primaverile, a ogni raffica di vento fuori misura, ecco che si dimenticano i record di temperatura e i mesi di prolungata siccità. E si alza il coretto stonato di chi dice, ma come, non doveva fare più caldo? E le nevicate al Sud? Non dovevamo morire di sete? E tutta questa pioggia?”. Lo scrive in un suo intervento su la Stampa il geologo e divulgatore Mario Tozzi. Che poi aggiunge: “Prima di tutto, si dovrebbe evitare di confondere il tempo meteorologico con il clima: il primo è quello che incontriamo sulla porta di casa la mattina quando usciamo, il clima è, invece, la media negli anni di quelle condizioni meteo. Dunque una giornata di freddo e neve a primavera non vuol dire che il riscaldamento globale sia cessato, così come un’ondata su in pieno gennaio non significa che il clima si stia riscaldando”. Tozzi spiega ancora: “La prolungata siccità non viene certo risolta da piogge abbondanti, quando queste sono concentrate in poche ore: un terreno troppo secco non riesce ad accogliere così tanta acqua in così poco tempo, così quella in eccesso ruscellerà in superficie e finirà in corsi d’acqua troppo piccoli per evacuarla in breve tempo, anche per l’eccesso di asfalto e cemento che ci abbiamo appoggiato sopra. Sappiamo, infine, che la neve fonderà in brevissimo tempo e certo non rimpinguerà le falde profonde e che le temperature torneranno a salire per un’estate, a spanne, torrida come poche prima”.