Norma Bargetzi ha sempre creduto che almeno la Corte Europea dei diritti dell’Uomo avrebbe dato ragione alle ‘Anziane per il clima’. In una intervista a La Repubblica la ticinese, 69 anni, fra le più giovani delle KlimaSeniorinnen – sostiene che finora la Svizzera non ha fatto abbastanza per combattere la crisi del clima e assicurare i diritti alla vita e la salute dei cittadini. E si dice “molto soddisfatta” per la sentenza, “abbiamo vinto su quasi tutti i fronti, è una vittoria storica, più di quanto sperassimo. Io ho sempre pensato che avremmo vinto: ci credevamo perché avevamo una missione per le nuove generazioni”. L’idea di un ricorso alla Corte per i diritti dell’Uomo “è nata perchè la Svizzera non faceva abbastanza per ridurre le emissioni. Così ci siamo costituite nel 2016 in associazione e abbiamo passato le varie istanze giuridiche: nessuno però ci dava retta, tutti ci respingevano. Così abbiamo puntato alla Corte, perché i diritti umani erano lesi in diversi punti. In più, avevamo un biglietto che altri non hanno”. Un biglietto ‘speciale’, racconta: “Per poter far causa allo Stato bisogna essere vittime. Noi, tutte anziane, siamo persone toccate in primo piano dal surriscaldamento, siamo vulnerabili: questo ci garantiva un ticket di entrata per una causa concreta”. Norma Bargetzi spiega infine il perché della loro azione: “L’idea di farlo per noi, ma soprattutto per il futuro dei giovani. Nel 2003 in Svizzera c’è stata una prima estate di calore molto superiore a quelle precedenti. Da allora le cose sono andate sempre peggio: per il caldo la mortalità è sempre più alta fra gli anziani, e studi ci dicono che spesso le donne sono le più colpite. Direi che di ragioni ne avevamo”.