“Le nostre azioni, anche le più incisive, non potranno influire sui prossimi dieci anni o quelli successivi. Verosimilmente, per il resto della nostra vita avremo a che fare con temperature superiori a quelle che abbiamo visto finora. Il 2023 verrà ricordato come un anno fresco, se non freddo”. Lo dice Carlo Buontempo, scienziato che guida il Servizio Cambiamenti Climatici di Copernicus. In un colloquio con Repubblica spiega che “è ragionevole supporre che tutto ciò sia una combinazione di El Niño e del riscaldamento globale. Ma se si confronta il 2023 con il 1998 o il 2016 (i due El Niño più intensi in anni recenti) vediamo che nei 12 mesi appena trascorsi siamo arrivati a temperature di molto superiori a quelle di allora. E ci siamo arrivati perché nel frattempo il sistema climatico si è surriscaldato”. Per il 2024 la situazione è analoga. “El Niño sta raggiungendo il picco adesso e andrà diminuendo di intensità fino a fine primavera e in estate. Se si passerà a una Niña (raffreddamento delle acque del Pacifico che di solito segue El Niño,ndr ) particolarmente intensa, allora il 2024 potrebbe non battere i record del 2023. Ma al momento non vediamo segnali che ci dicano che quest’anno sarà particolarmente più fresco. Più verosimilmente sarà un altro anno caldo, forse perfino da record. Se guardiamo più in là, la tendenza è chiara: ci saranno oscillazioni, ma la media dei prossimi 5 anni sarà certamente più calda dei 5 precedenti”.