“È stato osservato che la capacità di svolgere lavoro fisico cala del 40% con temperature di 32°C e si riduce di due terzi a 38°C. Per questa ragione, a livello europeo, si prevede per il 2025 una perdita del Pil pari -0,5% e dello -0,6% a livello globale. In Italia la perdita sarà il doppio, 1,2% mentre in Francia e Germania la perdita di Pil sarà dello 0,3% e dello 0,1%”. E’ quanto emerge dal nuovo studio condotto da Allianz Trade, leader mondiale dell’assicurazione crediti, che arriva alla conclusione che “le temperature elevate riducano sensibilmente la produttività del lavoro e incidano in modo significativo sulla crescita economica”. Allianz Trade ricorda che l’Organizzazione Internazionale del Lavoro stima una perdita del -2,2% delle ore lavorative potenziali globali a causa dello stress da calore, pari a circa 80 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. E che nel 2021, secondo il Lancet Countdown, sono andate perse 470 miliardi di ore lavorative, con un incremento del +37% rispetto alla media degli anni ’90. I lavoratori nei Paesi in via di sviluppo sono i più colpiti, a causa della maggiore esposizione e delle condizioni abitative meno favorevoli. “Le ondate di calore paralizzano l’economia”, afferma Jasmin Gröschl, senior Economist di Allianz. “In generale, le persone lavorano meno. Un giorno con temperature estreme superiori a 32 gradi Celsius equivale all’incirca a mezza giornata di sciopero. Inizialmente, questo può essere economicamente gestibile in singoli casi, ma con l’aumento dei cambiamenti climatici, sia la frequenza che l’intensità di tali eventi stanno aumentando. Ondate di calore, siccità e incendi boschivi stanno diventando la ‘nuova normalità’, a cui l’economia deve adattarsi per evitare gravi perdite a lungo termine”, precisa. Secondo Gröschl, però, una “buona notizia è che è possibile prepararsi alle ondate di calore, sia fisicamente che economicamente, perché, sono prevedibili”.