“Dopo 30 anni di negoziati climatici, il mondo si trova ancora su una traiettoria che porta verso un riscaldamento globale superiore ai limiti fissati dagli Accordi di Parigi. I dati scientifici ci dicono che le emissioni di gas serra continuano a crescere, gli eventi estremi si moltiplicano, le popolazioni più fragili pagano il prezzo più alto”. Così il cardinale Fabio Baggio, sottosegretario vaticano allo Sviluppo umano e direttore generale del Centro di alta formazione Laudato sì. “Cop 30 pone al centro il nesso tra azione climatica, fame e povertà. Non si può salvare l’uomo senza salvare la Terra, perché la ferita del creato è sempre anche una ferita dell’umanità”, sottolinea nell’intervista a La Stampa. Poi aggiunge: “La crisi climatica è tra le più grandi sfide etiche e politiche del nostro tempo. Occorre ripensare i modelli di produzione, consumo ed energia alla luce di una nuova alleanza tra uomo e natura. La Cop 30 deve essere un momento di discernimento e risveglio collettivo. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. È la lezione di Francesco, proseguita da Leone”. E ancora sul vertice di Belem che deve dimostrarsi “crocevia di una consapevolezza: un appello universale a riconciliare sviluppo, giustizia e sostenibilità. Non è una chiamata rivolta esclusivamente ai governi, da cui pur ci si attende nel vertice decisioni coraggiose, ma a ciascuno di noi. Serve un multilateralismo dal basso radicato nella partecipazione delle comunità e delle realtà locali e capace di orientare le istituzioni al cambiamento. Cop 30 può segnare un passo avanti verso una nuova forma di responsabilità condivisa per la casa comune”.