Dazi, Buzzella (Federchimica): Vero rischio è la Cina, import cresciuto del 16%

“Al momento abbiamo una certezza: andremo a perdere, ci sarà un impatto importante per il nostro export. Esattamente quanto, però, non è ancora chiaro. Ma posso spiegare quali sono i fattori che influenzeranno il risultato finale”. Lo dice il presidente di Federchimica Francesco Buzzella ragionando sui probabili dazi al 15% con gli Usa. ” agioniamo per cerchi concentrici. L’epicentro del problema sono i 2,9 miliardi che ogni anno la nostra industria chimica esporta negli Usa. Ma quello che si è innescato è un riassestamento complessivo della manifattura mondiale. Ci saranno imprese, per esempio tedesche o francesi, che ridurranno le esportazioni negli Usa. Anche chi lavora per loro avrà un impatto sul fatturato”, sottolinea nel colloquio con il Corriere della Sera. Senza trascurare, insiste Bozzella sull’impatto “sugli altri settori. I prodotti chimici servono un po’ per tutte le altre industrie. Se la meccanica o l’auto entrano in difficoltà diventa un problema anche per noi”. La vera minaccia, però, è Pechino: “Se i dazi cinesi fossero più alti significherebbe che negli Usa potremmo soffrire di meno la concorrenza di Pechino. Nello stesso tempo, però, rischieremmo di veder crescere la pressione dei prodotti cinesi a caccia di un mercato di sbocco in Europa. I fattori di incertezza sono numerosi”. E ancora: “Se prendiamo l’import europeo di chimica, la quota cinese è passata dal 6 al 16% in tre anni. L’aumento è continuo, lo stiamo registrando anche negli ultimi mesi. Il 43% dei prodotti chimici al mondo è prodotto in Cina”.