Dazi, Casini: Uno sconquasso, ok Meloni in Usa ma c’è rischio di non avere nulla

“Meloni fa benissimo ad andare a Washington, e ad incontrare J.D. Vance il giorno dopo a Roma. L’importante è che porti un mattone alla causa europea. Ha buoni rapporti con Trump, li metta a disposizione dell’Unione. Ciò detto, mi pare il tema stia diventando un altro”. Così Pierferdinando Casini. In un colloquio con La Stampa spiega: “In tre mesi Trump ha prodotto uno sconquasso, tutte le sue mosse fin qui sono state un boomerang per gli Stati Uniti e la sua affidabilità. Ha messo dazi al mattino, li ha tolti la sera, ha promesso di porre fine alle guerre a Gaza e in Ucraina e invece di migliorare, la situazione è peggiorata in entrambi i casi. Se sei il principale azionista della società mondiale e produci confusione, il più danneggiato sei tu”. Per Casini “con il passare dei giorni il viaggio della premier assume contorni diversi. Finché è stata in piedi l’ipotesi di pesanti dazi verso l’Europa, l’obiettivo era chiaro. Ora la missione è diventata più semplice, ma i margini per ottenere qualcosa che non sia puro folclore sono pochi”. E ancora: “I fuochi d’artificio di Trump non hanno portato nessun vantaggio anzitutto agli Stati Uniti. Ci hanno dato degli scrocconi, dimenticandosi che almeno trecento miliardi di risparmi europei vengono investiti ogni anno sui mercati americani. Smetterei di dire che occorre andare d’accordo ad ogni costo con Washington. Sappiamo tutti che il rapporto transatlantico è imprescindibile, ma la questione su cosa farne dopo questo sconquasso lo devono spiegare loro, non noi”.