“Noi europei, noi italiani abbiamo interesse vitale ai commerci e non possiamo certo immaginare di reagire alle eventuali politiche protezionistiche americane, rinazionalizzando le nostre politiche del commercio, materia esclusiva dell’Unione, magari chiedendo agli americani: ci togliete quel prodotto? A me capitò, ma fu un dono di Clinton, non una mia richiesta…”. Così Massimo D’Alema, ex premier ed ex segretario del Pd. Che poi spiega a La Stampa: “Negli anni Novanta si era aperta una ‘guerra’ delle banane. L’Ue aveva introdotto tariffe di favore per i prodotti in arrivo dall’Africa e questo danneggiava gli interessi della potente United Fruit Company. Gli americani reagirono, mettendo dazi su una serie di prodotti europei. Quando andai negli Stati Uniti, nel corso di una conferenza, dissi che gli americani avrebbero avuto più difficoltà a mangiare il prosciutto crudo, il pubblico sorrise e il presidente Clinton, alla fine di quell’incontro, segnato da un generale feeling, si fece portare la lista dei prodotti gravati dal dazio e cancellò il prosciutto. Fu un gesto di amicizia, non richiesto e può darsi che la presidente del Consiglio ottenga qualcosa di simile, ma non è la soluzione del problema. Perché la presidenza Trump suggella e amplifica una crisi epocale”.