“L’accordo riflette la delicata e nuova realtà geopolitica che l’Europa deve affrontare. Pur rimanendo fondamentale mantenere un forte legame transatlantico basato sulla cooperazione commerciale e di sicurezza, è chiaro che l’Europa deve agire con decisione e rapidità per rafforzare la propria autonomia strategica. Ciò implica la diversificazione delle catene di approvvigionamento e il rafforzamento delle nostre capacità interne in settori critici come la difesa e l’economia digitale, continuando al contempo a spingere verso un approvvigionamento energetico affidabile e più interno a impatto climatico zero”. Lo ha affermato il segretario generale di Eurelectric (associazione dell’industria elettrica europea), Kristian Ruby. “L’intenzione dichiarata dell’Ue di acquistare dagli Stati Uniti combustibili fossili per un valore di 700 miliardi di euro nei prossimi tre anni contraddice apertamente tale obiettivo. Anche se dovessimo diversificare le forniture dalla Russia, l’Europa non è attualmente attrezzata per ricevere o consumare tali volumi di combustibili fossili dagli Stati Uniti”, ha aggiunto. “Costruire ulteriori infrastrutture per i combustibili fossili in questa fase rischia di distogliere l’attenzione dagli investimenti critici nelle infrastrutture per l’energia pulita e nell’elettrificazione. Potrebbe vincolare ulteriormente l’Europa al suo attuale modello di approvvigionamento energetico basato sulle importazioni. Nel prosieguo dei negoziati sull’accordo commerciale, questo elemento dovrebbe quindi essere rimosso o sostanzialmente rivisto”, ha concluso.