“Una linea americana unilaterale, ben oltre la guerra commerciale, avrebbe come vittima collaterale l’Occidente non solo il parmigiano”. Così Paolo Gentiloni, ex premier e commissario europeo. A trattare con Donald Trump dovrà essere Ursula von der Leyen, “tanto più se parliamo di politica commerciale, che è di competenza esclusiva della Commissione europea”, aggiunge. Poi nel. colloquio con il Corriere della Sera spiega: “Già nel primo mandato, di cui da presidente del Consiglio sono stato per un anno e mezzo testimone, dopo un inizio difficile accettò di trattare con Jean Claude Juncker. Certo sappiamo che non ha entusiasmo particolare per la Commissione e predilige rapporti bilaterali con i singoli Paesi, ma è consapevole di chi sia l’interlocutore in questa vicenda. Forse anche all’insaputa di molti, l’Ue è una superpotenza commerciale non inferiore neppure agli Usa. Da parte nostra dobbiamo prepararci a negoziare senza paura”. E sul ruolo di Giorgia Meloni sottolinea: “Se ci sono, come ci sono, buoni rapporti con Trump o Elon Musk, sono utili. Diplomazia e relazioni personali servono in qualsiasi circostanza. Tuttavia, ricordiamoci che con i suoi 45 miliardi di euro di surplus, l’Italia costituisce solo il 20% del problema di Trump con l’Ue, con cui il deficit americano è di 210 miliardi di euro. Secondo, il ruolo di facilitatore può essere utile in una fase come l’attuale, dove non è ancora chiaro in che direzione si andrà. Penso che una guerra commerciale tra Europa e Stati Uniti si possa e si debba evitare. Ma se accadesse, il posto più pericoloso dove trovarsi sarebbe la terra di nessuno, tra due fuochi”.