“I dazi aumentano le disuguaglianze, perché rafforzano il dollaro, facendo crescere gli interessi sul debito dei Paesi in via di sviluppo, che così hanno ancora meno risorse da spendere nell’istruzione, nella sanità, nelle infrastrutture”. Così Martín Guzmán, economista, professore alla Columbia University e ministro argentino dell’Economia dal dicembre 2019 al luglio 2022. In una intervista a Repubblica aggiunge: “L’Europa è troppo timida nel promuovere i propri interessi e nel prendere le proprie decisioni. Nel 2021, quando venne decisa la tassa sulle multinazionali, avrebbe potuto spingere perché si andasse oltre il 15%: il mondo stava uscendo dalla pandemia, c’era una maggiore solidarietà, era il momento giusto per farlo, ma non lo ha fatto. E adesso sta cedendo alla strategia di Trump di promuovere trattative bilaterali, Paese per Paese, piuttosto che con l’Unione europea”. E ancora: “La Ue dovrebbe far valore la propria leadership, non accettando scelte che vengono decise da un Paese, come gli Usa, che non ne paga le conseguenze, perché è lontano: è quello che accade con la guerra in Ucraina. E se decide di aumentare la spesa militare, dovrebbe avere maggiore controllo sulle decisioni in materia di sicurezza nella regione, e sarà comunque a scapito di altri investimenti che invece potrebbero migliorarne la competitività”.