Dazi, Schwartz: La causa contro Trump? Mi osannano come una rock star

“Non avevo idea che il verdetto sarebbe arrivato l’altro ieri anche se sapevo che stava arrivando. Stavo preparando la cena, ero andato al computer a cercare una ricetta per la pasta alle vongole e all’improvviso ho ricevuto un’email da Sara Albrecht che guida Liberty Justice Center (lo studio legale no-profit che lo ha rappresentato gratuitamente, ndr). Diceva: abbiamo vinto. E io: che cosa, esattamente? Mi ha mandato il verdetto, ho iniziato a leggerlo, non so che cosa significhino molti di quei termini e chiamato un amico avvocato, che mi ha spiegato che il verdetto è solido, è unanime. Poi ho cercato di cenare, ma ovviamente il telefono ha cominciato a squillare. La prima è stata la tv Abc, sono letteralmente arrivati in auto a casa mia. Mi ero preoccupato, perché da quando siamo coinvolti in questo caso abbiamo visto anche gente non razionale. Ma in generale la reazione è stata estremamente positiva in ogni angolo del mondo”. Così Owen Schwartz, fondatore di V.O.S. Selections che importa vini artigianali, distillati e saké da 14 Paesi. È lui il principale querelante nella causa contro i dazi di Trump. In una intervista a Il Corriere della Sera spiega: “La reazione positiva è stata immediata e travolgente. Mi ha colpito quante persone stavano seguendo questo caso, non solo nel mio settore. In serata mi hanno contattato amici, colleghi, la mattina dopo un amico che fa abiti da sposa ed è in Italia, fa un sacco di lavoro là, in termini di design e di manifattura, mi ha detto: ‘Siete delle rockstar’. Mi sono reso conto che tra gli imprenditori è un nervo scoperto, perché questi dazi hanno un impatto gigantesco. Forse il consumatore non pensa che un dazio del 10% sia tanto. Dieci centesimi su un dollaro, che sarà mai? Ma per un piccolo imprenditore il flusso di cassa, la liquidità è tutto: i dazi l’ammazzano. Per questo penso che ci sia stata questa reazione esplosiva al di là della mia immaginazione”.