“Non ci faremo cogliere impreparati: siamo già al lavoro per trovare soluzioni che non mandino in crisi le nostre aziende e il benessere dei nostri cittadini”. Così Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, sulla questione dei dazi che potrebbe imporre Donald Trump. “Non stiamo giocando una partita d’attesa. Primo, perché siamo i migliori ambasciatori dell’Europa presso gli Stati Uniti, per gli ottimi rapporti che abbiamo costruito. Secondo, perché sappiamo come reagire”, aggiunge nel colloquio con il Corriere della Sera. “Una guerra non serve a nessuno. Nessun’altra economia al mondo è integrata come quella Usa-Ue – prosegue Tajani -. Le aziende europee negli Usa impiegano 3,5 milioni di americani. E un altro milione di posti di lavoro americani dipende direttamente dal commercio con l’Europa. Di tutti i beni americani all’estero, due terzi sono in Europa. E gli Stati Uniti forniscono oltre il 50% del nostro Gnl. Il volume degli scambi Ue-Usa è di 1,5 trilioni di euro, che rappresentano il 30% del commercio globale. C’è molto in gioco per entrambe le parti”.
Però servirà negoziare con Trump “e mi sembra proprio che Trump stia dando i primi segnali di volontà di negoziare: guardate al confronto con il Messico, all’intesa che è stata raggiunta ieri. Tutti sappiamo benissimo che il commercio di tutti i Paesi del mondo, anche gli Usa, si nutre di libera circolazione: di prodotti, idee, persone. E il business di tutto ha bisogno tranne che di barriere tanto materiali (muri) che immateriali (dazi). Ce lo insegna la storia: la Repubblica di Venezia divenne egemone nei traffici commerciali tra Oriente e Occidente e verso il Nord anche perché non vi erano dazi”.