“Sul punto sono giustificati grandi timori. L’America avrebbe dei problemi, ma ha le spalle larghe. Noi probabilmente soffriremmo di più: non trovare un accordo creerebbe gravi problemi. I mercati stanno già inviando segnali di allarme”. Lo dice Marco Tronchetti Provera, vicepresidente esecutivo di Pirelli. In una intervista a la Stampa aggiunge: “Riconosciuta la forza degli Stati Uniti, tra grandi democrazie occidentali si può fare solo una cosa avendo come priorità la tutela della democrazia e del welfare europei: sedersi a un tavolo e iniziare a negoziare”. E poi: “Gli investitori hanno capito che c’è un tema dazi e deve esserci un punto di atterraggio. Serve un accordo utile per tutti. A novembre dell’anno prossimo negli Usa ci saranno le elezioni di medio termine: o l’economia andrà bene o il gioco rischia di cambiare. I mercati finanziari, in definitiva, possono mutare gli equilibri”. Quanto a Pirelli, Tronchetti afferma: “Da tanti anni la nostra strategia è ‘local for local’: produciamo nei Paesi del mondo per gli stessi mercati locali. Investiamo per crescere ed essere meno esposti alle variazioni geopolitiche, ai dazi, alle fluttuazioni delle monete. Abbiamo progetti di sviluppo molto importanti soprattutto negli Stati Uniti”. Poi sull’Italia e sul ruolo di ‘ponte’ che può esercitare: “È un ruolo che ha ricoperto per decenni. Il nostro Paese ha avuto una struttura politica che ha garantito la democrazia, ma nel contempo ha assicurato un ponte verso l’Unione Sovietica, verso il Nord Africa e il Medio Oriente. A Roma c’era e c’è il Papa, non dimentichiamolo, con la capacità di parlare a miliardi di persone nel mondo”. E ancora: “Oggi, nello scenario globale, la presidente Meloni ha la qualità di cogliere che Europa e America insieme sono l’Occidente. Devono trovare un percorso comune, aggregando il maggior numero possibile di Paesi”.