“Qualsiasi barriera commerciale rappresenta, in varia misura, un ostacolo alla circolazione delle merci e danneggia un prodotto come il prosciutto di Parma che, per sua natura, non è delocalizzabile”. L’accordo Usa-Ue sui dazi al 15%, non rende felice Alessandro Utini), presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma perché la tariffa “influirà sui volumi del nostro export negli Usa”, spiega al Corriere della Sera, “che da soli rappresentano un terzo delle esportazioni e, dopo l’Italia, il primo mercato per il Parma”. E ancora: “Benché, al momento, non si possa quantificare l’effeto dei nuovi dazi, si tratta comunque di una situazione preoccupante per i nostri produttori e per tutti i soggetti coinvolti in questo asse commerciale così importante per la nostra Dop, compresi importatori e distributori americani”. La speranza per Utini è che il cliente Usa, in virtù della qualità che riconosce al prodotto, “continui ad acquistarci anche a un prezzo maggiorato. Intanto, però, bisogna guardare ad altri mercati, come quelli dell’Est e attutire così i contraccolpi dei dazi”.