“Se facessimo un uso moderato della clausola per la spesa nella difesa, a termine avremmo un aumento di 0,5% di Pil. Saremmo intorno a una spesa supplementare di 11 miliardi l’anno. Rallenterebbe il calo del debito, ma sarebbe compatibile con l’obiettivo di mantenere il debito su un sentiero discendente. Se invece si utilizzasse integralmente la flessibilità concessa, per l’Italia ci sarebbe un aumento di spesa di 1,5% del Pil: circa 37 miliardi; questo entrerebbe in contrasto con la riduzione del debito”. Così Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio. In una intervista a Il Corriere della Sera poi aggiunge sulle richieste Nato: “Nel prossimo piano strutturale di bilancio dovremmo fare un consolidamento maggiore perché a termine, in base alle regole, la spesa deve comunque ridursi. Andrebbero trovate le risorse altrove”.