“Porterò in Consiglio dei ministri una proposta costruita dai tecnici della Difesa da approvare in Parlamento. Bisogna fare in fretta, io sono disponibile a essere presente per due mesi. Ascolteremo i tecnici, ma voglio che tutte le informazioni che ho io, tutte le paure anche che ho io, siano trasferite a chi ha il compito di rappresentare il popolo, che è il potere legislativo, e inviterò loro ad assumersi la responsabilità di decidere insieme come costruiamo la difesa del futuro, come diamo sicurezza all’Italia non adesso, non domani, ma nella prospettiva dei prossimi 10 e 20 anni. Penso che questa sia una cosa che non riguarda una maggioranza, non riguarda un partito politico, ma riguarda la sicurezza di una nazione”. Così Guido Crosetto, ministro della Difesa, sulla possibilità di reintrodurre la leva volontaria. “La mia idea è quella di una forza che si attiva in caso di necessità, non necessariamente militare. Penso a un attacco cyber che paralizza una centrale elettrica, un acquedotto, un aeroporto e ho necessità di specialisti, anche civili, che intervengano”, spiega nell’intervista a Il Corriere della Sera. Poi sul gesto dell’Università di Bologna che ha negato il corso per i militari: “Parlerei di un’occasione mancata. Se fossi il preside di una facoltà di filosofia e il capo di stato maggiore dell’esercito mi chiedesse una mano per formare i miei ufficiali, allargando a loro la mente il più possibile, sarei onorato. Se tu accetti dei militari non significa che hai accettato quello che loro fanno se sei un antimilitarista, ma che hai accettato un confronto. Ed è surreale che una facoltà di filosofia non accetti il confronto”.