“Direi che c’è una treccia con tre fili. Primo: la solidità del business tradizionale, trasformato in ebitda e cash flow. Secondo: la difesa, rafforzata anche nell’export in Asia e Medio Oriente. Terzo: la subacquea, che rappresenta innovazione. Abbiamo dato visibilità al mercato e mantenuto gli impegni, con operazioni di M&A e aumento di capitale. Abbiamo ri-raccontato Fincantieri come azienda solida e innovativa”. Così Pierroberto Folgiero, ad di Fincantieri. In un dialogo con Il Corriere L’Economia spiega: “Esistono aziende specializzate nella difesa o in tecnologie subacquee, ma nessuna con una visione end-to-end come la nostra: dalla superficie al fondale, dall’hardware al software, dalle docking station per i droni alle tecnologie abilitanti. La nostra forza è integrare tutto questo e offrire soluzioni complete”. Il gruppo individua due motori di crescita: il filone di sommergibili e sonar e la subacquea non convenzionale, che comprende droni per monitoraggio e protezione delle infrastrutture, servizi per i cavi sottomarini, applicazioni per il seabedmining e l’acquacoltura.
La sicurezza subacquea è ormai quindi un asset strategico. Fincantieri ha ottenuto a giugno una commessa da 700 milioni dalla Marina Militare e sarà parte attiva dell’accordo Italia-Grecia firmato il 29 settembre. “Viviamo un ciclo geopolitico che dividerà il mondo in blocchi— osserva Folgiero nel colloquio con il quotidiano milanese —. Fincantieri è una risorsa del Paese. Poi c’è l’Europa, che incentiva la spesa in difesa ma chiede cooperazione tra nazioni e contenuti industriali locali. A questo si aggiunge l’export (Medio Oriente e Sud-est asiatico) in cui abbiamo credibilità industriale e politica. Su questi tre fronti stiamo disegnando il nuovo piano industriale, una ‘super Fincantieri’ capace di servire tutti questi mercati, dalla difesa alle crociere e alle navi offshore”.