“La cosa vera è che qualcuno sta rallentando il processo di pace. A Bruxelles e a Parigi c’è chi continua a parlare di armi”. Così Matteo Salvini, segretario della Lega. “La linea del governo è saggia e prudente”, aggiunge a Il Corriere della Sera, precisando che la Giorgia Meloni “ha fatto bene a chiedere di coinvolgere gli Usa perché il dialogo con Washington è necessario”. Per il leader del Carroccio, però, non tutto è corretto: Ci sono anche note stonate, perché in un momento in cui sono in corso negoziati per la pace, c’è chi insiste col Piano Kallas da 40 miliardi in proiettili, c’è chi spinge il Piano Ursula da 800 miliardi in bombe e missili, c’è chi appoggia il Piano Macron che parla di guerra”. Salvini poi sottolinea: “Nessuno voterà mai un piano di riarmo nato morto: non ha capitoli, non ha fornitori, non ha un arco temporale… Aveva solo un titolo, Rearm Ue, ma adesso von der Leyen lo chiama “Prontezza 2030”, una contraddizione in termini”. E ancora: “Noi siamo assolutamente favorevoli a investire di più in sicurezza interna, aumentare la quota Nato non solo con le armi ma con la cyber-sicurezza e anche con le infrastrutture. Ci sono infrastrutture strategiche come i ponti. Non penso solo a quello sullo Stretto ma anche a quelli sul Po”.