Energia, 32 aziende chiedono a Spagna di rivedere chiusura centrali nucleari

L’industria nucleare spagnola ha lanciato un manifesto che chiede il funzionamento a lungo termine delle centrali nucleari del paese. Secondo i piani attuali, tutti i reattori della Spagna dovrebbero chiudere entro il 2035. I reattori nucleari operativi in ​​Spagna sono sette – Almaraz I e II, Ascó I e II, Cofrentes, Trillo e Vandellós II – generano circa il 20% della sua elettricità. In base ai piani di eliminazione graduale del nucleare del paese, concordati nel 2019, quattro reattori dovrebbero chiudere entro la fine del 2030, mentre i restanti tre reattori chiuderanno entro il 2035.

Il manifesto, firmato da 32 aziende, tra cui Empresarios Agrupados-GHESA (EAG), Framatome, GDES, GE Vernova, IDOM e Westinghouse, sottolinea “Sollecitiamo l’avvio di un dialogo e la rinegoziazione dell’accordo del 2019 sulla chiusura graduale delle centrali nucleari. Questo accordo è stato stipulato in un contesto industriale, geopolitico, sociale ed economico che è molto diverso dalla realtà odierna”.

“La nostra rete industriale – prosegue il manifesto – non deve vedere ridotta la propria competitività a causa della decisione di chiudere le centrali nucleari a partire dal 2027, a partire dalla centrale nucleare di Almaraz, senza prima assicurarsi un’alternativa praticabile che coinvolga tutte le fonti energetiche prive di CO2”.

I firmatari chiedono al governo spagnolo e alle autorità competenti di rivedere il National Integrated Energy and Climate Plan per incorporare misure che garantiscano la continuità dell’energia nucleare. “Questa fonte energetica deve essere riconosciuta come affidabile, efficiente e competitiva, con basse emissioni di carbonio, e dovrebbe ricevere un trattamento equo per incoraggiare gli investimenti”, affermano.