“Se uno o più Paesi produttori fossero coinvolti direttamente nella crisi vedremmo certamente i prezzi subire una spinta al rialzo”. Lo dice Fatih Birol, presidente della Iea, parlando delle ripercussioni della guerra tra Israele e Palestina sul fronte di gas e petrolio. “D’altra parte dal Medioriente parte un terzo di tutte le esportazioni di greggio. E da lì passano infrastrutture fondamentali per l’approvvigionamento energetico dell’Europa. La crisi Israelo-Palestinese e l’invasione russa dell’Ucraina dimostrano quanto si sbagliasse chi sosteneva che il sistema basato sui combustibili fossili fosse sicuro”, aggiunge nell’intervista a Repubblica. Birol spera “in un abbandono ordinato dei combustibili fossili, a cominciare dal carbone. Ma dal mio punto di vista è molto importante che a Cop28 l’industria dell’oil and gas dimostri che si sta impegnando davvero contro il cambiamento climatico. Dubai sarà un momento della verità per i colossi del petrolio”.