“L’Europa è stata solidale dopo il Covid, creando il Next generation Eu e il fondo Sure. Ma da lì in avanti è tornata la vecchia Europa, ogni Stato per conto suo. Questo significa non cogliere l’urgenza”. Così Carlo Bonomi, presidente uscente di Confindustria, in un colloquio con Repubblica. Il numero uno di viale dell’Astronomia poi spiega cosa intende per urgenza: “Quella della sfida per la competitività lanciata da Stati Uniti e Cina. L’Europa vuole dettare degli standard, per esempio sulla transizione ecologica, ma ha grandi fragilità: è un’economia di trasformazione, dipendente sulle materie prime, con un costo dell’energia più alto. Il primo ministro del Belgio presentando il suo semestre di presidenza Ue ha fatto un’analisi chiara: dopo le elezioni europee sarà fondamentale un Industrial Act, altrimenti avremo grossi problemi di produzione e occupazione, e questo darà altro spazio ai movimenti antieuropeisti”. E ancora: “Se l’Europa decide di diventare campione mondiale della sostenibilità, per rendere credibile questo obiettivo, deve prevedere una finanza adeguata ad investimenti che sono enormi. In Europa negli ultimi 24 mesi sono crollati, in Italia sono sottozero. Non basta la deroga agli aiuti di Stato, che aiuta solo chi ha spazio fiscale, servono risorse e strumenti europei. Come quelli messi in campo dagli Stati Uniti”.