L’Enea ha testato con successo la miscela metano-idrogeno in microturbina per generare elettricità. “L’idrogeno verde potrebbe fungere da sistema di accumulo del surplus di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili non programmabili”, spiega Giorgio Graditi, direttore del Dipartimento per le Tecnologie Energetiche e le Fonti Rinnovabili dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
Gli esiti dei test effettuati presso il Centro Ricerche Enea Casaccia (Roma) sono stati presentati in occasione della Giornata mondiale della creatività e dell’innovazione delle Nazioni Unite.
“Lo scopo del test era dimostrare l’operatività della microturbina a gas Turbec T100 da 100kW, in regime di fuel-flessibilità, ovvero alimentata con un mix di gas naturale e idrogeno a composizione variabile nel tempo”, spiega Giuseppe Messina, che ha coordinato le prove. “Questo regime – dice – simula la variabilità del contenuto di idrogeno nel gas di rete associato alle fluttuazioni combinate della produzione di idrogeno verde tramite elettrolisi e domanda giornaliera di elettricità”.
“Questi risultati pongono l’Enea all’avanguardia nella ricerca e sviluppo di tecnologie per la generazione e lo stoccaggio di energia basate sull’idrogeno verde, un vettore energetico che potrebbe essere fondamentale per la decarbonizzazione del sistema energetico italiano”, sottolinea Graditi, spiegando che “l’idrogeno verde potrebbe fungere da sistema di accumulo del surplus di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili non programmabili”.
In accordo con gli obiettivi fissati nel Piano della Ricerca di sistema elettrico per il triennio 2019-2021, le prove hanno previsto l’introduzione di idrogeno fino all’11% in volume, traguardo largamente superato, fino al funzionamento stabile della microturbina a gas con una miscela di idrogeno al 45%. I test sono stati condotti in collaborazione con Air Liquide – multinazionale francese con oltre 50 anni di esperienza nel settore dell’idrogeno – che ha progettato, realizzato e installato il sistema di decompressione e controllo utilizzato per alimentare la turbina.
“Grazie ai risultati “l’Italia potrebbe posizionarsi strategicamente in tutti i settori di riferimento della filiera dell’idrogeno, dalla produzione alla logistica, dai trasporti agli usi finali nei settori della mobilità industriale e negli edifici residenziali. L’impegno previsto dal PNRR con un investimento di 3,6 miliardi di euro è un’ulteriore prova del percorso intrapreso per favorire la creazione di un’economia nazionale a idrogeno”, concludo Graditi.