L’economia globale si è indebolita a causa del materializzarsi dei rischi di ribasso. Tre fattori chiave pesano sulle prospettive di crescita globale: l’inflazione persistentemente elevata e su larga scala sta rendendo necessario un inasprimento della politica monetaria in molte delle principali economie; lo slancio della crescita in Cina rimane debole tra le intermittenti chiusure per pandemia e l’aggravarsi della crisi del mercato immobiliare; l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e le relative sanzioni hanno contribuito a continue interruzioni degli approvvigionamenti, all’aumento dell’insicurezza alimentare e alle preoccupazioni per l’energia, in particolare in Europa a causa della forte riduzione delle forniture di gas russo. Allo stesso tempo, le crescenti pressioni di frammentazione globale rischiano di distruggere parte dei guadagni ottenuti in decenni di crescente globalizzazione. A ciò si aggiunge una confluenza di rischi negativi. Un peggioramento della crisi energetica in Europa danneggerebbe gravemente la crescita e farebbe aumentare l’inflazione. Un’inflazione elevata e prolungata potrebbe richiedere aumenti degli interessi più consistenti del previsto, un ulteriore inasprimento delle condizioni finanziarie globali e un aumento del rischio di crisi del debito sovrano per le economie vulnerabili. Eventi meteorologici sempre più gravi continuerebbero a danneggiare la crescita in tutto il mondo. E’ quanto afferma il Fondo Monetario Internazionale nel rapporto stilato in vista del G20. “Il contenimento dell’inflazione è una priorità politica fondamentale, così come affrontare gli elevati livelli di debito proteggendo i gruppi più vulnerabili. La persistenza di molteplici shock globali dal lato dell’offerta richiede inoltre un orientamento politico più rigido per facilitare l’adeguamento alla nuova situazione mondiale”, spiega l’Fmi.
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