L’industria del petrolio e del gas “non sta fissando gli obiettivi necessari per l’azzeramento netto delle emissioni di anidride carbonica”. È il risultato delle ricerche della piattaforma di disclosure ambientale Cdp, punto di riferimento mondiale sulla certificazione dei rischi climatici. Come riferisce il Sole 24 Ore, per l’amministratrice delegata, Sherry Madera, “nessuna società del settore da noi esaminata ha un piano di transizione credibile”. La spiegazione di Madera è diretta: “Cdp e World Benchmarking Alliance hanno condotto lo studio più completo sul settore oil&gas in vista della Cop28. Abbiamo esaminato la credibilità dei piani di transizione energetica di 100 grandi aziende del comparto e abbiamo rilevato che nessuna si è prefissata di ridurre le emissioni a un tasso sufficiente per allinearsi all’obiettivo di contenere a 1,5 gradi l’aumento delle temperature”. E ancora: “Le compagnie non stanno fissando gli obiettivi necessari per raggiungere lo zero netto, e quelle che lo stanno facendo mancano di credibilità. Solo il 18% delle aziende del benchmark a livello globale ha fissato obiettivi di emissioni nette pari a zero e la maggior parte di loro ha sede in Europa. Per contestualizzare questo dato all’interno del più ampio settore dell’energia, la nostra recente valutazione di 68 grandi aziende di servizi elettrici ha rilevato che circa il 47% aveva obiettivi net zero, più del doppio rispetto alle aziende dell’oil&gas. Aziende e istituzioni finanziarie devono coinvolgere il settore oil&gas per inviare un messaggio esplicito che l’era dei combustibili fossili è finita: un futuro a zero emissioni nette è incompatibile con un’espansione anche ridotta dei combustibili fossili”.