“Nessuno di noi mette in discussione la ragione d’essere del sistema Ets, così come la necessità di una attenzione agli obiettivi europei di sviluppo sostenibile”. Lo scrive Franco Manfredini, presidente di Confindustria Ceramica, in un suo intervento sul Sole 24 ore. “Dobbiamo tuttavia sottolineare quanto la sua pratica attuazione stia attualmente pregiudicando il futuro e la sopravvivenza delle nostre aziende – continua -. Come è risaputo, il nostro settore manifatturiero rientra nella categoria delle imprese energivore ‘hard-to-abate’, dal momento che nonostante e in virtù anche degli ingenti investimenti in nuove e sempre più aggiornate tecnologie di efficientamento energetico e di attenzione a tutti i risvolti ambientali che ci caratterizzano, non è oggi ipotizzabile né prevedibile per le nostre aziende la transizione verso un vettore energetico completamente decarbonizzato”. E ancora: “Oltre alla caratteristica sopra citata di settore “hard-to-abate”, va considerata la forte esposizione alla competizione internazionale che caratterizza le nostre aziende, che vivono grazie a un export di oltre l’80% del loro prodotto in tutto il mondo. Il costo della energia che noi sopportiamo è oggi 3/4 volte più caro di quanto paghino i nostri numerosi e sempre più agguerriti competitori presenti negli altri continenti e l’intenso aggravio del costo delle emissioni, previsto in ulteriore e imprevedibile forte aumento nel futuro, spingono il nostro settore alla delocalizzazione e pregiudicano la sopravvivenza delle imprese del distretto sassolese”. Quindi l’appello di Manfredini: “L’Europa non può volere e non vuole che questo si verifichi. Mi conforta il fatto che le stesse direttive prevedono deroghe nella applicazione del processo Ets proprio per le imprese ‘hard-to-abate’ con forte esposizione alla competizione internazionale.