La guerra in Medioriente “potrebbe dar luogo ad ulteriori tensioni a livello internazionale, con il loro conseguente impatto sui prezzi dei beni energetici per i quali l’Italia, ed in generale l’Europa, sono fortemente dipendenti dalle importazioni estere”. Lo afferma Snam nella nota relativa ai conti dei primi 9 mesi del 2023. Queste turbolenze “potrebbero pesare sull’economia mondiale, aumentando i costi di produzione e influenzando ulteriormente la stabilità economica e la crescita nazionale ed europea, oltre che determinare ulteriori sfide nella gestione delle fonti di approvvigionamento energetico”.
Snam, dal 7 ottobre, “monitora costantemente l’evoluzione del conflitto, le possibili conseguenze e gli effetti sul gruppo; tuttavia, in merito alla gestione delle attività operative e alla realizzazione del programma investimenti 2023, non si registrano al momento criticità riconducibili a tali eventi”.