“Il documento Draghi rimanda al piano Marshall, accostamento che ricorda quello della von der Leyen del dicembre 2019 quando paragonò il suo Green Deal alla missione sulla luna. A cinque anni di distanza ci arriva la conferma che non ci siamo alzati molto da terra e che, invece, i nostri prezzi dell’energia sono troppo alti”. Lo scrive Davide Tabarelli, presidente di Nomisma energia, in un suo intervento sul Sole 24 Ore. E aggiunge: “L’elettricità alle imprese viaggia a 200 € per megawattora (MWh), contro gli 80 della Cina e degli Usa, mentre il gas costa da noi 60 € contro i 20 degli Usa, o i 40 della Cina. Individuati i problemi, il documento propone interventi. Gli strumenti indicati, purtroppo, sono sempre gli stessi: più rinnovabili, più mercato, ma anche più controlli contro la speculazione e tanti aiuti di Stato. Qualche cedimento, però, comincia a intravedersi nell’ortodossia della Commissione, fino ad oggi incondizionatamente ancorata alla transizione energetica”. E ancora: “Poco efficaci sono le solite misure collegate alle rinnovabili elettriche. Ben venga maggiore capacità da eolico e fotovoltaico, ma questa peggiorerà la dipendenza dalla Cina, ormai è irreversibile. Giusto fare più reti elettriche, ma ciò tende ad aumentare costi e prezzi, anzi, le tariffe. Di aiuto può essere inserire maggiori controlli sui mercati finanziari del gas, ma allora gli americani che hanno prezzi bassissimi, con tanta finanza, cosa dovrebbero fare? Appare per lo più esotico indicare in nuovi strumenti finanziari la possibilità di far accedere l’energia elettrica a basso costo alle industrie. I Ppa, power purchasing agreement, sono una sorta di tariffazione garantita dallo Stato, in prospettiva, che poco hanno a che fare con i meccanismi di mercato tanto elogiati in altre parti del documento”. Questa la conclusione di Tabarelli: “Il documento tace le ragioni per le quali i prezzi dell’energia degli altri sono così bassi, vale a dire la grande produzione di gas da fracking negli Usa e il grande consumo di carbone in Cina, ma evidenzia molto bene che la transizione energetica per ora ha peggiorato la nostra competitività. Un piccolo passo avanti, ma la luna dell’energia pulita e gratis rimane lontanissima”.