Energia, Torlizzi: Se finisce guerra i prezzi non tornano a livelli prepandemia

“Il grande equivoco è pensare che, quando si dovesse arrivare a una tregua in Ucraina, il prezzo dell’energia e delle materie prime possa tornare sui livelli prepandemici. Tesi che io contesto fortemente nel mio libro ‘Materia rara’. Vedevo già allora – e non eravamo in guerra – le avvisaglie di ciò che chiamo super ciclo rialzista”. Lo dice Gianclaudio Torlizzi, esperto in materie prime, in una intervista a La Verità. Torlizzi aggiunge: “Da un lato l’implementazione delle politiche climatiche e dall’altro la necessità delle economie occidentali di riportare in casa fasi del processo produttivo delocalizzate nelle economie emergenti. Si chiama reshoring. Due elementi che conferiscono strutturalità al rialzo dei prezzi”. Poi sulla Cina sostiene che “«La Cina ha subìto per prima una pesante crisi

energetica nell’estate del 2021 a causa di un esteso fenomeno di siccità. Questo ha

compromesso la generazione di energia da fonti idroelettriche. Pesanti le ricadute in termini di arresto del ciclo produttivo di cui ha risentito anche l’industria europea ritrovatasi a corto di ferroleghe prodotte in Cina. Prodotti energivori per definizione. È stato un campanello di allarme per la leadership cinese. Questa ha capito di essersi spinta troppo oltre con le rinnovabili e con l’implementazione di politiche climatiche. C’è stato quindi un robusto ritorno alle fonti fossili, fra cui appunto, il carbone. Il prezzo dell’energia è sceso drasticamente. Oggi la Cina ha un’inflazione intorno all’1%”.