Un nuovo credito d’imposta statunitense che prenderà il via il prossimo anno e che è più generoso per i combustibili che producono meno emissioni di gas serra, probabilmente stimolerà più importazioni di materie prime a basse emissioni di carbonio. E’ quanto emerge da un rapporto del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA).
Una serie di incentivi governativi, tra cui lo standard federale sui carburanti rinnovabili e gli standard sui carburanti a basse emissioni di carbonio (LCFS) in stati come la California, ha già stimolato un boom nella produzione di diesel rinnovabile, aumentando la domanda di materie prime che possono essere utilizzate per produrre il carburante. Secondo il rapporto, gli Stati Uniti sono stati per la prima volta un importatore netto di olio di soia nel 2023 a causa della forte domanda da parte delle raffinerie nazionali, e il valore delle importazioni statunitensi di grassi animali e oli vegetali è più che raddoppiato dal 2020 al 2023.
Questa tendenza potrebbe diventare ancora più pronunciata l’anno prossimo con l’entrata in vigore del credito d’imposta 45Z dell’Inflation Reduction Act sul carburante sostenibile per l’aviazione e su altri combustibili come il diesel rinnovabile. Il credito può essere rivendicato solo per il carburante prodotto negli Stati Uniti, probabilmente tagliando le importazioni di biocarburanti e inviando negli Stati Uniti più materie prime che sarebbero state raffinate all’estero, afferma il rapporto.
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