“È stato un periodo di particolare intensità perché l’azienda vive un momento cruciale innanzitutto per il nostro percorso di transizione energetica: dieci anni fa Eni ha avviato una profonda trasformazione industriale che ha posto le basi per la nascita di nuovi business legati alla transizione. Ora siamo nella fase in cui si passa dalla semina al raccolto e la stiamo attraversando in un contesto storico e geopolitico molto complesso”. Così Giuseppe Zafarana, da un anno presidente dell’Eni. In una intervista a Il Sole 24 Ore spiega: “Vedo una grande capacità di reazione dell’azienda in un contesto in cui si opera senza certezze. E di questo va dato atto all’amministratore delegato Claudio Descalzi che ha dimostrato di avere una straordinaria capacità di visione, ottimamente supportato dal suo efficiente management e dalla eccezionale competenza e professionalità di tutte le persone di Eni. Persone che rappresentano il terreno fertile su cui costruire un futuro di ulteriore grande sviluppo”. Sulla transizione energetica Zafarana racconta: “Quando siamo partiti nel 2014 lungo questo percorso, lo si è fatto con grande equilibrio nel senso che siamo convintamente proiettati verso la transizione energetica, ma tenendo i piedi per terra e avendo la piena consapevolezza che il fossile – mi riferisco soprattutto al gas – è tuttora una parte significativa e stabile della domanda energetica”.
Dice ancora Zafarana: “Eni lavora in modo proattivo sulla cattura e stoccaggio della CO2 che viene criticata da alcuni perché allungherebbe la vita agli idrocarburi. Però è difficile pensare di poter realizzare nel breve-medio termine la decarbonizzazione di settori come quelli hard to abate senza questo tipo di soluzione. Allo stesso modo se escludiamo i biocarburanti perché non li reputiamo carbon neutral, quando attualmente arrivano ad abbattere le emissioni fino al 90% rispetto ai carburanti di origine fossile, di fatto stiamo tagliando fuori un’opzione fondamentale per decarbonizzare alcuni settori come il trasporto pesante, navale e aereo, dove l’elettrico non può arrivare, e per accompagnare la diffusione dell’auto elettrica nel trasporto leggero con un qualcosa che già tagli le emissioni. Non esiste, quindi, una soluzione unica ma dobbiamo utilizzare tutte le tecnologie a nostra disposizione”.