“Bilanci in rosso, debiti elevati, rischi di instabilità politica e incapacità da parte dei governi di sostenere manovre rigorose”. Lo dice Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte, per spiegare la forte impennata di ieri dei titoli di Stato a 30 anni di Gran Bretagna e Francia. “Riguardo a Londra, in primo piano c’è il timore che il Paese non riesca ad avere entrate fiscali sufficienti per sostenere il deficit e che il governo non riesca a mettere in campo le manovre necessarie per finanziarlo”, evidenzia in un colloquio con La Stampa. Quanto a Parigi “è il nuovo epicentro di una crisi che unisce le preoccupazioni sulla tenuta politica e sui conti pubblici. Settembre sarà un mese ricco di incognite per la Francia con le agenzie di rating che sono chiamate a esprimersi sul Paese. Il nervosismo tuttavia sale con l’avvicinarsi dell’8 settembre, data in cui ci sarà il voto di fiducia sull’attuale governo. Si tratta dell’ennesimo tentativo di cambiare il premier in carica e di portare Macron alle dimissioni”.