“L’economia italiana è rimasta relativamente resiliente nonostante l’incertezza economica globale e le sue finanze pubbliche sono risultate migliori del previsto lo scorso anno, registrando un avanzo primario dello 0,4% del Pil. Ciononostante, le tensioni commerciali hanno aumentato i rischi, anche perché l’Italia è una grande economia esportatrice”. Lo ha dichiarato a IMF Country Focus il capo missione per l’Italia del Fondo monetario internazionale, Lone Christiansen. La diversificazione dei beni esportati dall’Italia e delle loro destinazioni, ha spiegato, “contribuisce in una certa misura a proteggere l’economia”. Ma, ovviamente, “l’importanza centrale delle esportazioni espone inevitabilmente l’economia all’incertezza del commercio globale. Come discusso nell’ultimo rapporto dell’FMI sull’economia italiana, è per questo che prevediamo un rallentamento della crescita allo 0,5% quest’anno, prima di un rafforzamento allo 0,8% nel 2026, quando si prevede che la maggior parte degli investimenti infrastrutturali del Pnrr saranno completati”.
L’incertezza commerciale e i nuovi dazi sulle esportazioni verso gli Stati Uniti, ha detto Christiansen sono una delle “sfide” che deve affrontare l’Italia. I dati recenti, ha aggiunto, “indicano già che il commercio sta subendo un impatto. Anche l’intensificarsi dei conflitti regionali, che fanno aumentare i prezzi delle materie prime, rappresenta un rischio, poiché l’Italia dipende dall’energia importata. Inoltre, le condizioni meteorologiche estreme potrebbero danneggiare l’agricoltura e il turismo”.