“Non mi ha fatto piacere e ho un giudizio molto severo sul ministro dell’Interno, Bruno Retailleau. Ha dimostrato di non essere un uomo di Stato. Ha provocato la fine immediata del governo con il pretesto che non sapeva di Bruno Le Maire ministro della Difesa. È insopportabile. Io, che venivo dalla società civile, quando sono stato nominato nel 2020 sapevo chi sarebbero stati i miei colleghi. Quindi nel migliore dei casi si tratta di colpevole ingenuità e, nel peggiore, di incompetenza”. Così Dupond Moretti, l’avvocato più celebre di Francia, cittadino francese e italiano, da mesi fa il tutto esaurito a teatro raccontando i retroscena personali dei suoi quattro anni da ministro della Giustizia (2020-2024) nello spettacolo J’ai dit oui , ‘Ho detto sì’. In un’intervista a Il Corriere della Sera spiega: “In fondo, tutto è determinato da piccoli calcoli e da interessi di parte. Marine Le Pen, per esempio, ha una sola bussola: il calendario giudiziario. È diversa da Giorgia Meloni, ma su questo torneremo. Poi, dall’altra parte, c’è il seminatore di zizzania Mélenchon, che vuole il caos. In fondo gli estremi si incontrano sempre. E la Francia è un Paese troppo bello per essere consegnato agli estremi. Si parla di destituzione del presidente, il che è incredibile, o delle sue dimissioni. Ma è stato brillantemente rieletto nel 2022. E la durata del suo mandato è di cinque anni”. E ancora: “Attal è una pura creazione di Macron. Senza di lui non esisterebbe. Philippe, lo stesso. È la battaglia dei topi che abbandonano la nave. Approfittano di questa fine regno per trarre vantaggio dalle critiche al presidente”.