“L’embargo immediato del gas russo non è una questione di condizionatori”, dice Carlo Calenda a Il Corriere della Sera. E lancia un monito: “L’embargo immediato ci lascerebbe scoperti nel giro di quattro mesi provocando il collasso della produzione industriale”. Al punto che “sarebbe davvero paradossale doversi presentare da Putin con il cappello in mano”. Per il leader di Azione è chiara la strada per arrivare all’indipendenza nello spazio di 12 mesi: “Importiamo dalla Russia 30 miliardi di gas. Dieci potremmo recuperarli se usassimo tutte le centrali a carbone. Altri dieci rinegoziando l’aumento del flusso dei gasdotti verso paesi come Algeria e Azerbaijan e poi avere accesso al gas egiziano. Altri cinque se comprassimo una nave di rigassificazione. Gli ultini cinque con risparmio energetico e rinnovabili”.