“Non siamo ancora al panico dell’estate del 2022, ma poco ci manca, perché i 58 €/MWh del prezzo del gas di ieri è comunque il doppio di un anno fa. Il mercato ha paura che non ci sia abbastanza gas a marzo, nemmeno la prossima estate quando occorre ricostituire le scorte per l’inverno prossimo. Queste, dopo un inverno un po’ più freddo degli ultimi due, sono scese velocemente e sono al 50% in Germania, il mercato più importante, quello che conta oggi per il TTF”. Lo scrive Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, in un suo intervento sul Sole 24 Ore. Tabarelli poi aggiunge: “Oltre alla domanda per riscaldamento, nelle ultime settimane sono risaliti i consumi del settore termoelettrico, perché manca più del solito la produzione eolica nel Nord Europa. A gennaio 2025 i consumi di gas per produzione elettrica dei 5 principali paesi europei (UK, Francia, Germania, Italia, Spagna) è stata del 13% superiore a quella di un anno prima.”. E ancora: “Il carbone, per chi non ha paura dei sacrilegi, è la soluzione da adottare in questa micro crisi, micro rispetto a quella del 2022. Sarebbe sufficiente che la Commissione, ovviamente con enorme imbarazzo, annunciasse che, in caso eccezionale di carenza di gas per la prossima estate, i vincoli ambientali su alcuni combustibili potranno essere momentaneamente tolti. E qua si apre anche la questione della CO2, da una parte ancora più semplice da risolvere perché gli obblighi sono solo di carattere politico. Dei 160 € del prezzo dell’elettricità in questi giorni in Italia, 40 € sono dovuti al costo di acquisto dei permessi di emissione di CO2, i cui prezzi continuano peraltro a salire oltre gli 80 €. Un’altra eresia: occorre sospendere momentaneamente l’obbligo di acquisto di permessi, oppure fare scendere i prezzi attraverso un aumento dei permessi gratuiti. Più carbone e modifiche mercato CO2 sono interventi troppo duri? Beh, allora non chiamatela crisi”.