Alla vigilia del Consiglio Energia in corso oggi a Bruxelles, a quanto apprende GEA la presidenza della Repubblica ceca alla guida dell’Ue ha messo sul tavolo un ultimo tentativo di compromesso (‘room document’) sul tetto al prezzo del gas per arrivare a un accordo oggi. Secondo la bozza, vista da GEA, per far scattare il meccanismo di correzione del mercato (il ‘trigger’) il prezzo del gas sul mercato olandese TTF dovrebbe raggiungere i 188 euro per MegaWattora per un periodo continuativo di tre giorni con uno spread (differenza di prezzo) di 35 euro per MWh rispetto ai prezzi di riferimento globali del gas naturale liquefatto (Gnl). La Commissione europea ha proposto lo scorso 22 novembre un tetto da far scattare quando il prezzo sul mercato olandese – il TTF di Amsterdam raggiunge i 275 euro per MegaWattora per due settimane e quando i prezzi sono superiori di oltre 58 euro per MWh rispetto a quelli del gas naturale liquefatto (GNL) sul mercato globale. Il compromesso promosso da Praga prevede una soglia molto più bassa rispetto alla proposta della Commissione europea, ma è un tentativo di avvicinare posizioni molto distanti tra chi – come l’Italia – spinge per un price cap sotto la soglia dei 200 euro/MWh e chi – come la Germania e l’Olanda – ha spinto per settimane per un prezzo non troppo basso, temendo ripercussioni sul mercato. Gran parte dei ministri all’arrivo al Consiglio energia ha mostrato di apprezzare l’ultimo tentativo di compromesso della presidenza ceca e un accordo potrebbe essere vicino. “Spero di avere un consenso unanime ma il mio obiettivo di oggi è quello di sbloccare la minoranza di blocco e trovare almeno una maggioranza qualificata”, ha detto il ministro ceco per il commercio e l’industria, Jozef Síkela, all’arrivo. La proposta della Commissione Ue è un regolamento del Consiglio che fa leva sull’articolo 122 del trattato sul funzionamento dell’Ue che quindi richiede la maggioranza qualificata per essere approvato, che si ottiene quando il 55% degli Stati membri vota a favore (in pratica, 15 paesi su 27) e gli Stati membri che appoggiano la proposta rappresentano almeno il 65% della popolazione totale dell’Ue.