Germania, Tremonti. Ok a Grande Coalizione ma l’economia è da rifondare

“La Germania sta attraversando una gravissima crisi economica che non riguarda solo l’auto. È la fine di un modello durato anche troppo: esporta in Cina, compra gas a basso costo dalla Russia, la difesa garantita dagli americani”. Lo dice Giulio Tremonti. In un colloquio con la Stampa aggiunge: “Si sta realizzando una dinamica che nella politica tedesca è classica. I partiti si presentano divisi davanti agli elettori, dopo si uniscono: oggi vince la combinazione tra cristiano-democratici e socialisti. È un’indicazione di stabilità positiva per l’Europa, la fine dell’ipotesi di un sovvertimento totale. C’è la possibilità di dare una risposta politica che permetta di assorbire le ragioni di chi si è rivolto alle forze estreme”. E ancora: “Noto una cosa: quando i popolari europei dicono che il nuovo governo deve nascere in fretta, hanno ragione. Fin qui è passato troppo tempo: si è votato per le europee a maggio dell’anno scorso, la Commissione si è insediata a Natale, von der Leyen ci ha detto di ‘aver trovato la bussola per il futuro’ a gennaio. Vuol dire che prima non l’aveva…”. Tremonti torna sulla situazione economica della Germania: “La crisi è gravissima anche perché finora abbiamo visto la manifattura tedesca eccellere nella meccanica e nella chimica, non nell’elettronica. Le auto di domani sono un computer con le ruote, e la tecnologia è in mano ad americani e cinesi”. Tremonti chiude così: “Io queste cose le dico da almeno vent’anni, per altri dovrebbe essere arrivato il momento di ammettere gli errori. La Cina ha i suoi problemi, ma è un concorrente, non un cliente. In ogni caso: in Europa siamo soffocati dall’eccesso di regole”.