“Serve un accordo globale sulla transizione energetica che ponga al centro il principio della neutralità tecnologica e che individui gli strumenti di supporto per finanziare questo tipo di percorso. L’Europa può ritagliarsi il ruolo di front-runner ma, poiché rappresenta poco più del 7% delle emissioni globali di CO2, non può fare da sola alcuna rivoluzione”. Così Emma Marcegaglia che guida, per Confindustria, il B7 Italy 2024. L’ex presidente aggiunge in una intervista a Il Sole 24 Ore: “L’Europa è partita a tutta velocità con il Green Deal che, però, si è tradotto più in un manifesto con obiettivi più politici che tecnologici e di competitività industriale. A ciò si è poi affiancato un approccio molto precettivo a livello regolatorio, con target rivisti continuamente al rialzo e senza tener conto di tutti gli aspetti sul tavolo. È evidente, quindi, che la strada non può essere questa, ma bisogna ripartire da una focalizzazione enorme sulla neutralità tecnologica, che vuol dire usare e finanziare tutte le tecnologie a disposizione, le rinnovabili certo, ma anche la fusione nucleare e la cattura e stoccaggio del carbonio (Ccs). Ci sono tecnologie promettenti che vanno portate avanti, senza le quali non saremo in grado di mettere insieme sviluppo e transizione energetica con i tempi che l’Europa si è data. E serve una convergenza a livello europeo su un mercato unico dell’energia e su un prezzo competitivo unico”. Marcegaglia poi precisa: “Dobbiamo avere una disciplina comune che metta tutti nelle stesse condizioni e questo si traduce nella necessità di una integrazione piena delle regole, dei prezzi e delle infrastrutture, oltreché in un approccio coerente sulla politica degli aiuti di Stato. Ed è necessaria una forte cooperazione tra pubblico e privato per stimolare gli investimenti che dovranno finanziare la transizione, i cui costi, come stima la stessa Commissione Europea, ammontano a 1.500 miliardi di euro l’anno”.