“Tra il quarto trimestre del 2019 e il secondo trimestre del 2024 la produttività del lavoro per ora lavorata è aumentata dello 0,9 per cento nell’area dell’euro, mentre è salita del 6,7 per cento negli Stati Uniti. La crescita della produttività del lavoro nell’area dell’euro è stata storicamente inferiore a quella degli Stati Uniti, ma dall’inizio della pandemia gli andamenti nell’area sono stati particolarmente deboli”. E’ quanto si legge nell’ultimo Bollettino della Bce.
“I dati sulla crescita della produttività hanno iniziato a divergere nel secondo trimestre del 2020, quando negli Stati Uniti l’input totale di lavoro in percentuale del PIL ha subito un calo più marcato rispetto all’area dell’euro, determinando una ripresa più significativa della produttività. Ciò è avvenuto in parte per l’attuazione delle misure di integrazione salariale nell’area, in una fase in cui negli Stati Uniti la disoccupazione registrava un vertiginoso aumento. Dopo una breve riduzione – si legge nel documento della Banca centrale europea – il divario è tornato ad ampliarsi dalla seconda metà del 2022, quando la crescita della produttività nell’area dell’euro ha risentito dello shock subito dai prezzi dell’energia. Nel presente riquadro si esaminano i ruoli della produttività settoriale e degli andamenti storici nel recente divario tra la crescita complessiva della produttività nelle due regioni, conseguenza di fattori sia ciclici sia strutturali”.
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