“Questo nuovo piano, per la prima volta consolidato in quello di Cassa Depositi e Prestiti, porta con sé alcune trasformazioni innovative che sono nate dal confronto con le imprese, in primis Confindustria, e da una convergenza politica sotto la regia della Farnesina perché sono strumenti che richiedono una norma primaria. La prima è che la parte più qualitativa dei nostri investimenti, quelli legati all’innovazione nonché alla doppia transizione (energetica e digitale), sarà aperta anche alle imprese delle filiere che ancora non esportano”. Così la ceo di Simest Regina Corradini D’Arienzo. Come riporta il Sole 24 Ore, il motivo lo spiega la stessa top manager: “Se continuiamo a puntare solo sulle imprese esportatrici, raggiungeremo un target limitato rispetto al totale delle aziende italiane”.
Il nuovo Piano strategico 2025-2027 di Simest punta a a supportare investimenti complessivi per 28 miliardi (il 40% in più rispetto al triennio precedente che vedeva già una crescita del 55%) da riservare alle imprese, il 90% delle quali sono Pmi: “Il confronto e l’ascolto delle imprese e dei loro bisogni è un processo per noi continuo e irrinunciabil, nella consapevolezza della nostra responsabilità verso un’attenta azione di sostegno ai loro rinnovati bisogni” dice ancora.