L’estate 2024 ha portato segnali di fiducia per il sistema imprenditoriale italiano, ma non mancano le ombre. Da un lato, i settori dei servizi professionali e del turismo mostrano una dinamica significativa, dall’altro, commercio e manifattura restano al palo come l’artigianato, in cui cresce la componente delle costruzioni ma arretra quella maninfatturiera. Lo comunica Unioncamere in una nota.
Tra luglio e settembre il Registro delle imprese delle Camere di Commercio – sulla base di Movimprese, l’analisi trimestrale condotta da Unioncamere e InfoCamere – ha registrato complessivamente un saldo attivo di 15.227 attività economiche, frutto di 62.599 nuove iscrizioni e 47.372 cessazioni Il contributo dell’artigianato al saldo generale è stato di 1.153 unità come differenza tra 16.459 nuove imprese artigiane nel trimestre e 15.306 che, nello stesso periodo, hanno cessato di operare. Tutti i dati sono disponibili all’indirizzo https://www.infocamere.it/movimprese.
Nonostante il saldo positivo, il trimestre riflette una vitalità contenuta del sistema imprenditoriale. Il risultato si colloca al di sotto della media degli ultimi dieci anni, con un incremento sia delle nuove aperture che delle cessazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il tasso di crescita nazionale si attesta stabilmente allo 0,26%, senza variazioni significative rispetto al 2023, mentre quello delle imprese artigiane (+0,09%) segnala un arretramento di oltre un decimale rispetto allo stesso periodo del 2023 (quando si era attestato a +0,22%).
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