“Quest’anno l’inflazione diminuirebbe all’1,3 per cento, principalmente per il contributo negativo della componente energetica, risalendo fino all’1,7 nel 2025 e nel 2026. L’inflazione di fondo, sostenuta dalla dinamica dei costi unitari del lavoro, si collocherebbe al 2 per cento nella media di quest’anno e scenderebbe all’1,7 nel prossimo biennio. I rischi per la crescita sono orientati al ribasso; derivano da un impatto della restrizione monetaria più accentuato del previsto, da effetti più marcati della riduzione degli incentivi al comparto edilizio e dalla possibilità che la debolezza del commercio mondiale persista più a lungo rispetto a quanto stimato. I rischi sull’inflazione sono invece bilanciati”. E’ quanto si legge nel Bollettino Economico della Banca d’Italia numero 2 del 2024.