“La pretesa che il programma sia distrutto è falsa, il presidente mente. Ci sono stati danni sostanziali in alcune strutture, quelle di superficie a Isfahan e Natanz, ma non sappiamo ancora cosa sia successo a quelle sotterranee. È chiaro poi dalle immagini satellitari che molti siti non sono stati bombardati, mentre l’Iran ha strutture ancora non aperte o note, che non sono state attaccate. Grossi infine ha detto al Consiglio di sicurezza Onu che Teheran ha spostato l’uranio già arricchito”. Così Joseph Cirincione, ma l’ex membro dell’International Security Advisory Board dei segretari di Stato Kerry e Clinton è uno dei più qualificati esperti americani di proliferazione nucleare. Il quale sostiene anche: “Trump mente, sapendo di mentire. L’Iran è in grado di produrre l’uranio necessario per un’atomica nel giro di 5 o 6 giorni, e costruire una bomba come quella esplosa su Hiroshima nell’arco di due mesi”. Nell’intervista a Repubblica poi aggiunge: “I raid non hanno cambiato tre cose: la conoscenza iraniana per costruire la bomba; ampie parti del programma che possono essere riattivate in breve; 9.000 chili di uranio già arricchito. Di questi, 400 chili sono al 60%, quasi al livello per la bomba. Se l’Iran vuole, può rimetterli nelle centrifughe per produrre il materiale necessario nel giro di pochi giorni, e costruire una bomba in pochi mesi. Infine, i raid hanno incoraggiato Teheran a farla: tatticamente sono stati brillanti, ma strategicamente non efficaci. Invece di distruggere il programma lo hanno accelerato, convincendo gli ayatollah che è l’unica protezione da attacchi futuri. Da anni l’intelligence Usa stima che l’Iran ha la capacità di costruire la bomba, ma non ha deciso di farla. Se questo ora è cambiato, è solo questione di tempo”.