“La guerra è qualcosa di spaventoso e crudele. Gli iraniani sono un popolo pacifico, che non ha mai cercato la guerra con nessun paese. Teheran è una metropoli con oltre dieci milioni di abitanti: un attacco alla capitale potrebbe provocare una catastrofe. Non esistono rifugi, gli abitanti sono completamente abbandonati a se stessi di fronte agli incessanti e letali attacchi israeliani. Ogni giorno veniamo a sapere che diversi civili hanno perso la vita”. Così il premio Nobel per la pace Narges Mohammadi. In una intervista a Repubblica spiega: ” Il popolo iraniano gioca un ruolo decisivo nel porre fine alla Repubblica Islamica e nel costruire una transizione democratica dopo decenni di autoritarismo religioso, sta affrontando enormi sacrifici per realizzare questo cambiamento e io sono convinta che vincerà. Siete stati tutti testimoni dei grandi movimenti di protesta degli ultimi anni. Ma la guerra rafforza la paura e il dubbio”. E ancora: “Nessuna guerra può fondare o salvare la democrazia, né portare alla trasformazione radicale a cui il popolo iraniano aspira. In un contesto di violenza, uccisioni di civili, minacce alle città, distruzione di infrastrutture vitali egrandi impianti, bombardamenti incessanti su strutture nucleari con il rischio reale di contaminazioni fuori controllo, democrazia e diritti umani vengono inevitabilmente messi da parte. E la democrazia senza diritti umani è priva di significato. La guerra non potrà mai portare cambiamenti profondi, duraturi e sostenibili a favore della democrazia in Medio Oriente”.