L. Bilancio, Ciafani (Legambiente): Dimostra mancanza coraggio su transizione green-2-

Legambiente ha individuato 122 diverse voci di sussidi alle fossili per complessivi 94,8 miliardi di euro, compresi quelli previsti per l’emergenza energetica ed economica, prima e dopo l’aggressione militare russa in Ucraina, di cui circa 18,8 miliardi, dice, “potevano essere recuperati già nel biennio 2024-2025”. “Un tesoretto importante – continua Ciafani – che avrebbe potuto far camminare più velocemente il processo di decarbonizzazione del Paese, trasformando alcuni sussidi in incentivi all’innovazione tecnologica. È il caso degli incentivi alle caldaie che nel 2021 sono stati pari a 3,2 miliardi di euro, che invece avremmo dovuto destinare all’acquisto delle pompe di calore per elettrificare il riscaldamento degli edifici e ridurre i consumi e le importazioni di gas fossile. L’unica grande opera su cui il Governo Meloni sta spingendo inutilmente l’acceleratore, spacciandola come prioritaria per il Paese, è il Ponte sullo Stretto di Messina a cui destina nel 2024 780 milioni, sottraendo preziose risorse destinate alle vere priorità sulla mobilità sostenibile del Sud Italia e dell’intero Paese, e in assenza di un progetto definitivo approvato e senza una valutazione sulla fattibilità tecnica ed economica”.



Altra “nota dolente riguarda le rinnovabili”. In questa manovra, sottolinea Legambiente, “si pone un ulteriore ostacolo alla realizzazione di impianti a fonti pulite, con la tassazione per i diritti di superficie per gli impianti, grandi e piccoli. Un onere che rappresenta un costo ulteriore per progetti che dovrebbero essere considerati strategici e un rischio per uno degli strumenti di aiuto sociale come le comunità energetiche rinnovabili”.



“I prossimi anni – continua Ciafani – saranno decisivi per diminuire l’inquinamento e le emissioni climalteranti, aumentare l’indipendenza energetica del nostro paese con il risparmio, l’efficienza energetica, la decarbonizzazione dei settori produttivi e dei trasporti, la produzione di energia da fonti rinnovabili. Eppure, il governo Meloni sembra andare nella direzione opposta con il progetto di fare dell’Italia un hub del gas invece che delle rinnovabili. Non dimentichiamo che l’Italia è in forte ritardo sui principali obiettivi dell’Agenda Onu al 2030 e della Strategia della Ue su clima, agricoltura e biodiversità. La tutela dell’ambiente, come ha ricordato più volte il Presidente della Repubblica Mattarella in questo 2023 segnato da una crisi climatica che ha accelerato il passo, è centrale per la sopravvivenza e il progresso di tante parti d’Italia e dell’intero Paese. L’ambiente dovrebbe essere dunque una bussola importante da mettere al centro delle politiche, ma ciò non è stato preso in considerazione neanche in questa manovra”.



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