Esplorare la fattibilità della creazione di un Ecomuseo dell’Oasi. E’ l’obiettivo del convegno internazionale dedicato alla crescita sostenibile e allo sviluppo economico che le oasi possono innescare, che si terrà dal 20 al 22 novembre a Errachidia, in Marocco. L’incontro internazionale, che registra la presenza di autorevoli scienziati di varie istituzioni internazionali, rappresenta il risultato positivo del lavoro dell’Association Oasis Ferkla pour l’Environnement et le Patrimoine (Aofep) e dell’Université Moulay Ismail: la creazione di un ‘ecomuseo delle oasi’ è promossa da sempre dall’Unesco e fortemente voluta dalla Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua, con l’obiettivo di valorizzare le antiche tecniche di tutela delle oasi e promuovere le tradizioni locali delle popolazioni desertiche.
L’evento è organizzato in collaborazione con la Rete Globale dei Musei dell’Acqua dell’Unesco, con il sostegno del Museo per la civiltà dell’acqua ‘Mohammed VI’ e l’Organizzazione Géoressources- Géoenvironnement Patrimoine Géologique et Oasien (Ggpgo).
Al centro, anche l’impegno nel portare avanti il dibattito sulle tecnologie idrauliche ancestrali (AHT): queste “innovazioni” sono il frutto del sapere e delle tradizioni delle comunità locali che affrontano il cambiamento climatico adattando al contesto geografico territoriale le tecniche ancestrali idrauliche con il rispetto della natura, attraverso tecniche che non richiedono tecnologie invasive e impattanti per l’ecosistema. Ad esempio, le oasi pre-sahariane, ubicate al di là dell’Alto Atlante, fanno parte della ricchezza naturale del Marocco. Con una superficie di 77mila km2, la regione di Tafilalet, nel sud del paese, ospita la più grande oasi del mondo. Questo gruppo di oasi, situate nelle valli inferiori dei wadi Ziz e Ghéris, sono diffuse nelle città di Erfoud e Rissani.