“E’ chiaro che bisogna lavorare sulla diffusione della cultura della sostenibilità, affrontare il problema che c’è nel nostro Paese più che in altri, che è la sindrome di Nimby (‘Not in my backyard’, ‘Non nel mio giardino’, ndr), e vincere quelle resistenze per realizzare in primis il deposito unico dei rifiuti radioattivi”. Lo dice il presidente del Gse, Paolo Arrigoni, ospite del #GeaTalk. “Non solo solo i rifiuti radioattivi delle nostre vecchie quattro centrali che oggi sono dati in prestito, ‘parcheggiati’, in Francia o Inghilterra, ma sono anche quelli prodotti dalla medicina nucleare e dall’industria – aggiunge -. Un Paese serio deve pensare a gestire responsabilmente da sé i rifiuti nucleari, che oggi sono sparsi in una trentina di depositi provvisori e che potrebbero anche presentare problemi di sicurezza. Quindi, meglio farli convergere in un unico deposito”.